Il Professor Luigi Angrisani commenta questi dati allarmanti per divulgare i benefici derivanti dalla chirurgia bariatrica, termine che deriva dal greco baros, peso, e iatros, medico, la branca specializzata nel cosiddetto “lifting dello stomaco”.
Prendiamo in considerazione il numero di obesi in Italia (5 milioni) e pensiamo ai rischi che queste persone corrono per via di una maggiore propensione al diabete, alle patologie cardiovascolari, fino ai problemi alle articolazioni e alle gravi ripercussioni sul sistema respiratorio: purtroppo seguire una dieta non è sufficiente per guarire, ma è necessario affidarsi a un chirurgo esperto per ridurre il peso di un numero consistente di chili.
In un articolo di Paola Scaccabarozzi su D Repubblica è riportato il parere del Dottor Angrisani, il quale ha ricordato che Paesi come India, Brasile e Cina sono ugualmente colpiti, sebbene lì siano le classi più abbienti a essere affette da obesità.
Va aggiunto poi che esiste una difficoltà psicologica nel paziente che prova a perdere 20 chili su un totale di 170: è una fatica che non viene neppure riconosciuta e questo causa demotivazione e ulteriore aumento di peso.
Questo è il parere di Emanuel Mian, psicologo presso l'Istituto nazionale per la chirurgia dell'obesità, convinto della necessità di invertire il ragionamento che porta un individuo a deprimersi per l'impossibilità di dimagrire e quindi a mangiare di più.
Gli interventi chirurgici sono dunque risolutivi a fronte di rischi minimi che la laparoscopia ha ridotto notevolmente: nel 60-80% dei casi il paziente non dovrà fare interventi successivi ma solo seguire una corretta terapia che riequilibri il proprio rapporto con il cibo.
In altre parole oggi più di ieri vale il motto “mens sana in corpore sano”.
